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Non c’è più tempo: Al via Il Premio A. Dubito di Video Rap e Poesia

Premio Dubito2020

Il Premio Alberto Dubito di poesia con musica, nato in memoria di Alberto Dubito, rapper e poeta scomparso nel 2012, apre per il primo anno una sezione video, in collaborazione con l’Hip Hop Cine Fest di Roma, alla sua prima edizione (13-14 giugno 2020). Il premio avrà cadenza annuale. L’idea, nata insieme al festival romano, allarga il bacino del premio più importante di rap, poesia e spoken word in Italia, abbracciando opere video edite e inedite. Prima di visionare il bando vi proponiamo un’intervista rilasciata dagli organizzatori con un occhio di riguardo alla videopoesia.

Come mai l’idea di virare sulla video poesia?

Tutto è nato da un contatto con l’Hip Hop Cine Fest di Roma, alla sua prima edizione; insieme abbiamo pensato a questo concorso. Intendiamo allargare il bacino di partecipanti al premio in memoria di Alberto Dubito, coinvolgendo anche rapper, video maker, chi sperimenta con la parola e le immagini. Il premio Dubito, il primo di poesia e musica in Italia, analizza già da sette anni le esperienze più significative nel combinare linguaggio verbale e musicale; ci interessava aggiungere la dimensione iconografica e visiva. Inoltre rispetto al Premio Dubito di poesia con musica non ci sono limiti di età.

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“Videopoetare”, o non “videopoetare”, questo è il dilemma. Secondo voi in Italia quanto è presente questo genere espressivo? I videopoeti sono poeti?

Il genere della videopoesia è un concetto ampio, in Italia penso sia presente ma spesso “invisibile”; non ci sono molti video-poeti, ma in tanti, tra chi scrive, si sono confrontati con il questo mezzo. Oltre a video editi e già pensati ci aspettiamo soprattutto degli esperimenti anche amatoriali o immaginati in questo periodo di costrizione coatta. Dubito e i Disturbati dalla CUiete erano incredibili, con pochi mezzi realizzavano video strabilianti. Per questo in giuria ci sono Alberto Girotto e Mattia Kollo, i videomaker e registi dei clip del duo trevigiano.

Richiedete ai partecipanti di ispirarsi alla frase di Alberto Dubito “devo scrivere il mio tempo prima che lui scriva me”. Perché avete scelto proprio questa?

Abbiamo scelto quella frase da ‘Non c’è più tempo’ perché è uno dei topoi di Dubito. Inoltre è un tema ampio e inclusivo, in molti avranno del materiale pronto o saranno stimolati a scrivere e creare, visto il periodo unico in cui ci troviamo. Dare questo tema inoltre significa rinnovare l’invito a resistere lanciato da Alberto e i Disturbati. Pensa che un paio di mesi fa, invitato al liceo Parini durante l’autogestione, su un muro dell’aula studenti ho trovato quella frase.

Cosa vi aspettate da questa iniziativa?

Con il premio vorremmo allargare il concetto “mobile” di videopoesia, invitando a immaginare qualcosa di spontaneo, anche senza particolari mezzi; e come detto intendiamo intercettare registi, rapper, cantautori, poeti. La composizione della giuria è volutamente “variegata”. Ci sono registi underground come Antonio Bocola (Fame chimica, 2004), Alessandro Redaelli (Funeralopolis, 2018) e Alberto Girotto (Animata resistenza, 2014); chi viene dal mondo del rap come Ice One, Vaitea e Moder; poeti e scrittori come Lello Voce e Philopat; videomaker “militanti” come Lorenzo Picarazzi e Mattia Kollo o che vengono da altri mondi (Alessandro Zambon).

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RIPRODUZIONE RISERVATA – Aprile 2020

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