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Giuseppe D’Angella: Il Poetry Slam è bello perché è essenziale

Dangella Poetry SlamIntervista a Giuseppe D’Angella che ha partecipato per la prima volta a un Poetry Slam, nello specifico all’ AltraFrequenza Live 2018 Poetry slam, ottava edizione del poetry slam all’università “G. D’Annunzio Chieti – Pescara condotta dall’Mc Andrea Pompa, organizzato in collaborazione con Poetry Slam Abruzzo Centro Italia Intervista a cura di Dimitri Ruggeri nell’ambito dei Poetry Slam tutorial,

Come hai vissuto l’esperienza di partecipare al tuo primo poetry slam?

È stato molto bello e interessante. Non mi aspettavo, sinceramente, di trovare un ambiente così consono e delle persone che potessero apprezzare una situazione del genere.

Che idea ti sei fatto del rapporto tra poesia tradizionale, forse vissuta come esperienza intima rispetto a questo approccio pensato per essere condiviso ad alta voce con un pubblico?

È complicato rispondere a questa domanda. Ho pensato più volte a non iscrivermi alla fine perché è sempre difficile mettersi a nudo così davanti ad altre persone, soprattutto se non le conosci. Ma in realtà c’è una teoria che afferma che tutti gli artisti che creano qualcosa debbano condividerla con altri perché difatti non è una loro proprietà. Ovvio, che io non mi ritengo tale, e non ho la presunzione di esserlo. Però per qualcuno, e anche per me, può essere un’occasione di condivisione che alla fine aiuta a stare bene. Ecco, ho percepito questo, ed è una bella sensazione.

Collettivi Slambanner3Perché a tuo avviso oggi la poesia orale non è così popolare e diffusa?

Perché ci sono altre forme di intrattenimento più veloci, meno dispendiose a livello di energie, e forse meno noiose, a quanto affermano. Secondo me si è solo abituati male. Nel senso che se da bambini i tuoi genitori ti lasciano addormentare giocando solo ai videogame piuttosto che leggere qualcosa, è difficile che una volta cresciuti si possano amare i libri, la letteratura in generale, e dunque le poesie. Mi sono convinto di questo. Poi ovviamente c’è dell’altro, ma questa è la prima cosa che mi viene da pensare.

Quale pensi sia il miglior posto per dar vita ad un poetry slam?

In mezzo alla strada, su un prato, in mezzo al nulla. È bello perché è essenziale. Non ci deve essere nulla di particolare, nulla che faccia pensare che ci sia una struttura dietro, anche se poi alla fine per forza di cose ci deve essere. Farei un poetry slam ovunque (l’importante è che sia lontano da un tizio che mette trap).

A tuo avviso, quali sono i punti di forza e di debolezza del format?

Per come la vedo io non è un qualcosa dove ci sono punti di forza o punti di debolezza. O almeno non vedo la necessità di trovarli se ci sono perché non è un qualcosa che deve funzionare per forza di cose. Nel senso che è un’attività talmente spontanea e libera che dovrebbe esserlo da qualsiasi forma e costrizione che la renda un qualcosa di simile ad altro.

Ci parli dei testi che hai proposto? Come li hai scelti?

Ho scelto una poesia ironica per la curiosità che avevo nel vedere che effetto avrebbe fatto. Le altre due molto più intime e personali. Una di queste non l’avevo mai fatta leggere a nessuno. Ho “sfruttato” l’occasione per liberarmene, per pensare a quel momento in cui è stata scritta solo come un bel ricordo e nient’altro. Credo che alla fine ci sia riuscito, seppur in parte.

Radersi

Prima mi dicevi
di farmi la barba
perché ti dava fastidio,
e a me davi fastidio.

Io ubbidivo per darti
sollievo.
e la ricrescita
ti dava comunque
fastidio.

-Pungi-
mi dicevi.
-Non posso baciarti,
la mia faccia diventa tutta
rossa-.

Allora aspettavo
che mi ricrescesse del tutto
la barba
anche se finiva
comunque con il darti
fastidio.

Ora
della mia barba e
della mia ricrescita
non so più che farmene,
e mi dà fastidio che non ti possa più dare
fastidio.

Quali consigli ti senti di dare a chi si accinge a partecipare per la prima volta?

Di partecipare senza timori. Nonostante si venga giudicati, nessuno ti giudica per davvero. Alla fine la gara è un pretesto. Non c’è nient’altro che condividere un qualcosa di tuo che può essere anche di altri. È solo una cosa positiva.

Parteciperai ad altre gare?
Se si ripresentano le stesse condizioni, molto volentieri.

Ci dai qualche consiglio per migliorare?

Non ascoltate nessun consiglio. O meglio, ascoltateli, ma alla fine va bene così com’è. Non cambierei molto, forse nulla.

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