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Italia’s Got Talent, la poesia-performance in TV

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Simone Savogin a IGT

Dopo il focus su Miss Poesia di Rai Tv, una delle storiche trasmissioni che si sono occupate di poesia più di dieci anni fa, su StraFactor il – talent show di Sky Tv condotto da  Daniela Collu con i giurati Elio, del gruppo Elio e le Storie Tese, Jake La Furia e Drusilla Foer – parliamo di Italia’s Got Talent che il 25.1.2019 ha visto la partecipazione di un poeta, Simone Savogin, impegnato da tempo anche nelle competizioni di Poetry Slam. Savogin,  ha ottenuto i quattro “si” fatidici che gli hanno consentito di passare il turno. La giuria era composta da Claudio Bisio, Federica Pellegrini, Mara Maionchi e Frank Matano.

L’intervista all’autore è a cura di Dimitri Ruggeri, concessa in esclusiva per SlamContemPoetry.

D.R. Pensi che oggi si dia abbastanza attenzione alla valorizzazione e alla divulgazione della poesia? Cosa può fare ancora TV? I talent possono essere “validi” sostituti?

S.S. Penso che la poesia sia sempre stata una parte importante della vita delle persone e il mezzo che la veicola funzioni solo se quel tipo di poesia è adatto a mezzo e pubblico, quando c’è buona poesia, più mezzi si rivelano adatti, quindi, in questo caso, anche la TV può tornare utile. Il medium non ha colpe, quindi sono le persone che hanno cose da dire a dover riuscire a farle passare anche da qui, mi sembra che ci si stia un po’ riuscendo, in molti ambiti e modi, speriamo che questo trend continui e aiuti la gente a riscoprire una cultura importante anche nella vita di tutti i giorni. I talent sono un mezzo nel mezzo, ogni mezzo è contaminabile.

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D.R. Perchè hai deciso di partecipare a Italia’s Got Talent?

S.S. speravo che, come negli slam, quel che scrivo potesse passare a chi ascolta, la cassa di risonanza è molto più ampia di uno slam, ma non vorremmo tutti avere la possibilità di far sentire quel che proviamo?! Volevo provare a ribadire il concetto che non esistono pubblici buoni o cattivi, esistono situazioni e attenzione, la mia sfida era sperare di avere un lavoro forte che reggesse abbastanza da sostenere una “macchina” come IGT.

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D.R. Ci racconti qualche aneddoto della puntata in cui hai partecipato?

S.S. E’ stato tutto emozionante, stare davanti a 1500 persone attente è stata una tempesta silenziosa di onde buone. Il boato finale e le standing ovation un qualcosa di indescrivibile.

D.R. Qualcuno potrebbe storcere il naso quando si associa la poesia a un prodotto di “consumo” televisivo . Cosa ne pensi?

S.S. Come detto, è naturale che si pensi al talent come a un prodotto di consumo di massa, ma non vorremmo tutti avere 1500 persone disposte ad ascoltarci, anche solo per un minuto?! L’importante era non scendere a compromessi o snaturare ciò che faccio per “provare a piacere” a tutti i costi. Come per tutte le idee, se sono giuste, non importa il mezzo che si usa, potranno venire accettate, accolte o comprese, rifiutate, schernite o ignorate, ma se sono giuste, col tempo daranno i loro frutti, l’importante è non danneggiare o prevaricare nessuno.

D.R. L’esperienza nei poetry slam sia stata utile?

S.S. Senza lo slam non sarei mai arrivato qui, e, soprattutto, sono andato in tv PER lo slam, non certo per me stesso, quindi sì, tutto è legato

D.R.  A tuo avviso la poesia letta ad alta voce può essere più efficace di quella che resta nel libro? Come ci si può riappropriare della collettività? Del pubblico?

Non ho mai scisso scritto e orale, anche se noto che alcuni testi trovino “casa” più adatta nell’uno o nell’altro mezzo, ma è palese che la comunità istantanea e partecipativa che si crea in uno slam, per esempio, sia più sociale di una lettura solitaria, ma nessuna delle due fruizioni ha più meriti o più disagi, ognuna porta frutti differenti e ha modalità proprie che si attagliano a specifici pubblici. Parlare di poesia dopo averla letta in solitaria, piace a un sacco di filologi, fruirne oralmente dalla voce dell’autore piace ad altri, forse per arrivare a un pubblico più ampio, la poesia, come qualsiasi altra forma di cultura, dovrebbe essere supportata da un’educazione meglio strutturata e più pervasiva, bisognerebbe smettere di temere la cultura, denigrare lo studio e bistrattare la conoscenza; studiare, scoprire, conoscersi, sono i doni e i traguardi più belli, profondi, fondamentali e unici possibili, e nessuno potrà mai toglierceli.

RIPRODUZIONE RISERVATA – GENNAIO 2019

4 commenti su “Italia’s Got Talent, la poesia-performance in TV

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